Tweet


CAPITANIA
Struttura coloniale portoghese e spagnola. Nel 1534 Giovanni III del Portogallo divise la colonia brasiliana in 15 grandi lotti chiamati capitanie (o donatarie), che vennero dati a dodici donatari. Vari motivi spinsero la corona a questa scelta: la positiva esperienza in Africa e Asia; il gran numero di nobili arricchitisi con il commercio delle spezie che contrastavano con la cronica mancanza di mezzi del governo per amministrare il vasto impero; infine la necessità di occupare il territorio brasiliano minacciato da altre potenze europee, in particolare dalla Francia. Le capitanie erano spazialmente definite da una successione di fasce orizzontali che andavano dalle coste all'incerta linea di Tordesillas. Nelle loro terre i donatari avevano piena giurisdizione e potevano fondare ville. Avevano obbligo di conquistare il territorio e impiantare attività produttive. Alla corona spettava un quinto dell'oro e delle pietre preziose, il monopolio di droghe e spezie e il diritto esclusivo di modificare i confini delle capitanie, mentre al donatario non era concesso di alienare pezzi di terra. Questa forma di colonizzazione privata fallì per la difficoltà di gestire spazi tanto vasti e per la resistenza indigena. Nel 1549 la metropoli dovette instaurare il governo generale per l'intera colonia. Ma il regime delle capitanie fu all'origine della struttura fondiaria brasiliana, paternalista e incentrata su un sistema di grandi proprietà. Nell'organizzazione coloniale spagnola le capitanie erano zone sottomesse al comando di un capitano generale, lontane dai governi del viceré, avversate con forza da indios o corsari.

J.L. Del Roio


J. Hemming, Storia della conquista del Brasile, Rizzoli, Milano 1982; L.N. McAlister, Dalla scoperta alla conquista. Spagna e Portogallo nel Nuovo Mondo. 1492/1700, Il Mulino, Bologna 1986; M. Maestri, Storia del Brasile, Xenia, Milano 1990.
Stats